Nel corso della riunione del 29 dicembre sono state esaminate le principali novità introdotte al termine del negoziato sui regolamenti dei fondi europei e sul regolamento CPR (Common Provisions Regulation) contenente le disposizioni comuni ai fondi europei e le dimensioni complessive del pacchetto finanziario destinato all’Italia.
In base alle allocazioni pubblicate dalla Commissione europea, i fondi europei che l’Italia dovrà programmare ammontano, nell’ambito della Politica di Coesione 2021-27, a 37 miliardi e 341 milioni a prezzi 2018, corrispondenti a oltre 42 miliardi in prezzi correnti, cui aggiungere i 937 milioni del Just Transition Fund, il Fondo per una transizione giusta che accompagna la decarbonizzazione delle regioni più dipendenti dai combustibili fossili (di questi, 535 milioni sarebbero a carico di NGEU e 401 a valere sul Quadro finanziario pluriennale), per un totale di circa 43 miliardi cui si aggiungono 39 miliardi di cofinanziamento nazionale dei fondi UE, che la manovra 2021 ha già previsto a valere sul Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183/1987.
I lavori per la predisposizione dell’Accordo di partenariato 2021-27 e dei nuovi Programmi operativi cofinanziati dai fondi europei sono partiti in realtà già nel marzo 2019, con il primo incontro convocato dall’allora ministra per il Sud. Da allora, però, il contesto è fortemente cambiato, con l’emergenza Covid-19 che ha spinto la Commissione europea a rivedere le sue proposte sulla Politica di Coesione post 2020 e ad inserire nel pacchetto per la ripresa Next Generation EU uno strumento ponte, REACT-EU, tra l’attuale e la nuova programmazione dei fondi strutturali europei.
Alla riunione di partenariato hanno partecipato tutte le istituzioni coinvolte nella programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027, dalle associazioni di categoria alle realtà del Terzo settore, dai sindacati alle amministrazioni pubbliche.
Tra le priorità individuate dai partecipanti alla riunione l’efficienza della pubblica amministrazione, degli investimenti pubblici e privati, le misure di politica industriale nel quadro della transizione verde e digitale, il rilancio del turismo, il sostegno all’occupazione e all’empowerment femminile, la rigenerazione urbana e il ruolo della cittadinanza attiva nell’attuazione dei progetti e della spesa pubblica.
La matrice della riprogrammazione dei PON e dei POR 2014-2020 sarà il Piano Sud 2030. Per l’allocazione delle risorse 2021-27 si pensa a un incremento della quota di risorse assegnate al livello regionale, a un maggiore ricorso ai POR plurifondo FESR-FSE, e a una riduzione del numero dei Programmi operativi nazionali, che dovrebbero scendere da 13 a 8. Previsto inoltre il rafforzamento della dimensione territoriale attraverso il potenziamento del PON Metro, il Programma nazionale che si rivolge alle Città metropolitane, concentrando le risorse su interventi che rispondano alle esigenze dei territori e generino benefici visibili per i cittadini.
A questo scopo contribuirà il processo di rinnovamento del personale delle PA, avviato con la previsione, nella legge di Bilancio 2021, del reclutamento delle prime 2.800 unità di personale per le amministrazioni che lo richiederanno (Enti locali e territoriali).
Più in generale l’accordo sul bilancio UE 2021-27 prevede che la maggior parte dei fondi europei vengano assegnati agli Stati membri che li gestiscono e li utilizzano dopo averne concordato la programmazione con la Commissione europea. Sarà così anche per le risorse del Quadro finanziario pluriennale 2021-27, cui si aggiungono quelle del pacchetto per la ripresa Next Generation EU. Lo Strumento di ripresa e resilienza prevede sia prestiti che sovvenzioni. Per quanto riguarda queste ultime, l’Italia dovrebbe ricevere 44 miliardi e 724 milioni di euro per gli anni 2021-22. A queste risorse, che rappresentano il 70% dei fondi da allocare, dovrebbe seguire nel 2023 l’assegnazione del 30% residuo, pari a 20 miliardi e 732 milioni.
L’Italia nel 2021 dovrebbe inoltre ottenere 10 miliardi e 693 milioni di euro a prezzi 2018 a titolo di REACT-EU. La cifra corrisponde a 11,3 miliardi in prezzi correnti. Complessivamente REACT-EU dovrebbe portare in dote all’Italia circa 14 miliardi.
Nella prossima programmazione l’Italia dovrebbe essere, dopo la Polonia, il secondo beneficiario dei fondi europei della Politica di Coesione, su un totale di 330,2 miliardi.
Mentre sul fronte PAC l’Italia sarebbe la quarta destinataria dei pagamenti diretti, con 25 miliardi e 399,7 milioni di euro in prezzi correnti, dopo Francia, Germani,ae Spagna
Per lo sviluppo rurale, invece, le risorse FEASR destinate all’Italia ammontano a 9 miliardi e 748,1 miliardi di euro.