A partire dal primo aprile 2023 sarà la normativa da applicare per le nuove gare, mentre dal primo luglio 2023, con l’abrogazione del Codice di cui al Dlgs 50/2016, le sue regole si applicheranno anche a tutti i procedimenti già in corso. Si tratta del nuovo Codice degli appalti, la cui bozza è stata licenziata dal Consiglio di Stato lo scorso 7 dicembre e pubblicata il 13 dello stesso mese.
Lo schema ha avviato così la parte conclusiva dell’iter che si compirà con l’emanazione del Decreto legislativo. Dopo la consultazione tra il Consiglio di Stato, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e le altre amministrazioni interessate, adesso, infatti, il testo passa alle Camere per l’espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari.
Poi andrà nuovamente al Consiglio di Stato. Solo dopo ci sarà l’adozione definitiva del Consiglio dei Ministri con la successiva firma del Capo dello Stato e pubblicazione di Gazzetta ufficiale.
La nuova normativa è attesa entro il 31 marzo 2023. Questa è la scadenza fissata per l’entrata in vigore se si vuole ottemperare agli impegni assunti con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Le principali novità
Tra le principali novità si segnala la scelta di procedure più snelle, con meno fasi progettuali, il potenziamento del silenzio assenso, maggiore flessibilità nel partenariato pubblico-privato e la previsione di un adeguamento dei prezzi automatico che vada di pari passo con le variazioni di mercato.
Prevista una nuova regolazione sul subappalto, la reintroduzione dell’appalto integrato e del General contractor. Inoltre, si adottano stabilmente le soglie previste per l’affidamento diretto e per le procedure negoziate nel cosiddetto decreto “semplificazioni” adottato durante l’emergenza pandemica e cioè quelle del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76.
Il codice è immediatamente “autoesecutivo”, senza rinvii a ulteriori provvedimenti attuativi, al fine di consentire da subito una piena conoscenza dell’intera disciplina da attuare.
Il testo è composto da 229 articoli , raggruppati in 5 libri, e 35 allegati .
I principi del nuovo Codice degli Appalti
La Parte I del Libro I è dedicata alla codificazione dei principi che riguardano l’intera materia dei contratti pubblici. Tale scelta è finalizzata a una più ampia libertà di iniziativa e di auto-responsabilità delle stazioni appaltanti, valorizzando autonomia e discrezionalità amministrativa e tecnica. D’altronde uno dei principi chiamato a reggere l’intera normativa è poi quello “della fiducia” nell’azione legittima, trasparente e corretta della Pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici.
L’intera architrave del codice è retta dal principio del risultato, inteso quale interesse pubblico primario del Codice stesso, che riguarda l’affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il miglior rapporto qualità prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza.
In generale, viene così rafforzata la forza precettiva dei principi che, dotati di immediata valenza operativa, devono illuminare tutta l’azione dell’amministrazione soppiantando la precedente struttura normativa rigida, dettagliata, a volte contraddittoria, attraverso la quale detti principi hanno finora trovato spazio angusto, nel tessuto normativo.